Qualcosa in testa
Atto unico di Eduardo De Filippo
Una coppia di giovani sposi, Rita e Rodolfo, disoccupati e perennemente alla ricerca di espedienti per sopravvivere, vive in subaffitto in un seminterrato di un quartiere popolare napoletano (siamo in uno di quei famosi «bassi» napoletani che si trovano sotto il livello stradale), presso una coppia di anziani: Agostino Muscariello, disoccupato ex custode di teatro, e Bettina sua compagna. I quattro si trovano in una situazione difficile: se entro dieci giorni non pagheranno trecentomila lire, cioè gli arretrati dell’affitto, saranno tutti sfrattati. Ricorrono allora ad uno stratagemma: Rita su un balconcino trasformato in toilette, si lava, si asciuga e si imborotalca attirando in casa i clienti. Quando questi abboccano chiede le diecimila lire per la sua prestazione. Una volta ottenuti i soldi apre una tenda e appare un letto sul quale giace il corpo del marito, finto morto. A questo punto invita i clienti a fare l’amore accanto al «cadavere» dopodiché nasconde i soldi sotto il «morto». Naturalmente, tutti da buoni napoletani superstiziosi, scappano lasciando i soldi. Quando il trucco non funziona, interviene Agostino, con il cilindro sul capo, simbolo del potere e che mette facilmente in soggezione gli ignoranti. L’uomo dal cilindro avvalendosi della sua autorità convince i clienti ad andar via senza pretendere la restituzione dei loro soldi. Il trucco però non funziona con un anziano cliente, Attilio, che non è né ignorante, né superstizioso come gli altri e che per un’imprudenza dei giovani (Rodolfo bacia la mano di Rita) scopre che il «morto» è vivo. Alla fine lo stesso Rodolfo smette di fare il «morto» e si alza per difendere la propria donna. Tenta pure di intervenire Agostino col cilindro in testa ma questa volta non gli resta che toglierselo: il cliente non è né ignorante, né ingenuo. Malgrado tutto il vecchio cliente insiste adducendo ragioni di salute. Anche lui ha una sua verità (vera o falsa che sia ciò non ha importanza): è vedovo da venti mesi e il medico gli ha detto che rischierebbe una trombosi qualora non avesse avventure amorose, per questo arriva ad offrire mezzo milione. Così si sdraia sul letto e aspetta che Rita prenda una decisione. A questo punto sorge inaspettata la soluzione del «caso»: Attilio si addormenta, pertanto Agostino, dopo aver sudato freddo perché convinto che il vecchio sia morto, ha un’ispirazione: fa coricare Rita accanto a lui, mette avanti gli orologi, scorcia la candela così che quando Attilio si sveglia gli viene fatto credere che tutto è andato secondo i suoi desideri. Attilio è lusingato, lascia a Rita il suo indirizzo e se ne va. Rita vorrebbe per sé quanto rimane del pagamento dell’affitto (cioè duecentosettantaseimilacento lire); Agostino, appoggiato da Bettina e dallo stesso Rodolfo non è disponibile a lasciarle più di settantascimilacento lire. Allora Rita si ribella a questa situazione, al marito disposto a barattare la sua sostanziale onestà per un pugno di soldi: esce dal «basso» e se ne va, forse dal vecchio, nella speranza di una vita migliore.
Regia
Guido Ravera
Personaggi e interpreti
Agostino
Alessandro Rasore
Bettina
Franca Priolo
Rodolfo
Paolo Bello
Rita
Grazia Deprimi
Antonio
Alberto Campora
Attilio
Fabrizio Repetto
Piera
Chiara Barletto
Arturo
Alberto Ravera
Roberto
Riccardo Ozzano
Fisarmonicista
Sergio Morchio
Donna della folla
Emilia Nervi
Donna della folla
Sara Ponte
Donna della folla
Stefania Malaspina
Donna della folla
Michela Lantero
Donna della folla
Barbara Garrone
Uomo della folla
Rodolfo Traverso
Tecnici
Suggeritrice:
Annamaria Ozzano Gaggero
Tecnico luci:
Vincenzo Nervi
Trucco:
Profumeria “La Goccia”
Acconciature:
Morozzo Team
Scenografia:
Emy Tasca
Franco Subrero

